
«Non ho visto chi mi ha sparato, ero di spalle». Antonino Fragali, 45 anni, ha ritrattato le accuse che aveva pronunciato agli agenti della Squadra mobile subito dopo essere stato investito dalla pioggia di piombo che lo raggiunse appena fuori dal cancello del cimitero dei Rotoli. A esplodere i colpi fu Francesco Lupo, 30 anni, il cui volto fu ripreso dalle telecamere di videosorveglianza che documentarono l’agguato. Fu un assalto in piena regola, a seguito del quale Fragali aveva fin da subito fatto il nome di chi voleva ucciderlo.
Adesso le parole del quarantacinquenne, rimasto gravemente ferito ma salvo per miracolo, sono state citate in aula alla prima udienza del processo che vede alla sbarra il suo aggressore per tentato omicidio e lesioni gravi. Era il 22 dicembre dell’anno scorso quando, intorno alle 11 del mattino, Lupo arrivò in via Papa Sergio a bordo di una Volkswagen che aveva noleggiato in attesa che la sua fosse riparata.
Le immagini sono chiare: il trentenne scese dal mezzo con un complice, raggiunse l’operaio della Reset, lo colpì a calci e pugni e poi lo crivellò di colpi in mezzo alla strada affollata, prima di scappare a bordo della stessa auto.
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