Palermo, il racconto del teste alle spalle del killer per fare piena luce sul delitto Gaglio
Anche un paio di testimoni hanno consentito di stringere il cerchio attorno a Giuseppe Cangemi, finito in cella con l’accusa di avere assassinato lunedì mattina il cognato, Stefano Gaglio. I racconti di un uomo giunto a bordo di uno scooter nel momento in cui l’assassino ha impugnato il revolver per fare fuoco e di una donna che abita a due passi dal luogo del delitto sono stati preziosi per fare luce sull'omicidio del magazziniere della farmacia Sacro Cuore di piazza principe di Camporeale, all'angolo con via Oberdan, freddato con almeno tre colpi di una Colt calibro 38 al suo arrivo sul posto di lavoro. Le testimonianze rendono più pesante il quadro indiziario, già di per sé consolidato per via delle immagini dei sistemi di videosorveglianza di un condominio e della farmacia in cui l'azione del killer è impressa nitidamente. Gli investigatori della squadra mobile sono giunti a Cangemi, 62 anni e casa in via Nicolò Cervello, alla Kalsa, nell'arco di poche ore, riuscendo a bloccarlo nel primo pomeriggio di lunedì nei pressi dell'ex Johnny Walker di Villagrazia di Carini. Peraltro l’uomo, noto agli inquirenti per via delle frequentazioni con personaggi del suo quartiere legati alla criminalità, aveva più volte chiamato con il cellulare un funzionario di polizia che conosce per via di guai giudiziari, affermando di avere fatto «una cavolata, una cosa grave». Un servizio completo sull'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi