Un omicidio con diversi punti oscuri ancora da mettere in luce, a cominciare da come Giuseppe Cangemi sia riuscito a entrare in possesso del revolver calibro 38 per uccidere il cognato e se qualcuno lo abbia istigato a seminare morte. Le indagini sull’agguato costato la vita lunedì mattina a Giuseppe Gaglio di 39 anni, magazziniere della farmacia Sacro Cuore, all’angolo tra piazza principe di Camporeale e via Oberdan, vanno avanti a ritmo serrato. I magistrati della Procura e gli investigatori della squadra mobile, in possesso di diversi filmati in cui sono immortalate in modo nitido le fasi del delitto, sono in attesa dei risultati dell’autopsia. L’esame sul cadavere di Gaglio, 39 anni, sposato e padre di due figli, sarà compiuto lunedì all’istituto di Medicina legale del Policlinico. Cangemi, che ha 62 anni, si trova in carcere su disposizione del Gip Lorenzo Chiaramonte, che giovedì ha convalidato il fermo sottolineando come il delitto sia «premeditato», studiato nel tempo ed eseguito con freddezza. La ricostruzione del delitto ha portato gli inquirenti anche alla ricostruzione del movente, legato a faccende economiche relative a un appartamento di via Nicolò Cervello, alla Kalsa. Un servizio completo di Virgilio Fagone sull'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi