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«Don Puglisi fu un vincente, la mafia non lo ha piegato»

Un profeta non violento che con l’amore ha insegnato a vincere l’odio. Come Gesù. Questo il ritratto del Beato fatto ieri dall’arcivescovo di Palermo Lorefice

Padre Pino Puglisi

Non c’erano fasce tricolori e divise d’ordinanza e nemmeno grisaglie e cravatte. Niente autorità e alamari e gonfaloni alla solenne messa in occasione dell’anniversario dell’omicidio mafioso di padre Pino Puglisi, il prete di Brancaccio che aveva il sogno di sottrarre i ragazzi a Cosa nostra.

La Cattedrale di Palermo era piena di gente composta e coinvolta in questa cerimonia che ha anticipato di un giorno la celebrazione della ricorrenza (il delitto avvenne il 15 settembre del 1993) perché oggi i vescovi siciliani sono in missione a Tunisi e dunque era necessario accordare anche l’agenda di don Corrado Lorefice agli appuntamenti, diciamo così, istituzionali.

Un profeta non violento che con l’amore ha insegnato a vincere l’odio. Come Gesù. Questo il ritratto di don Pino Puglisi fatto ieri dall’arcivescovo, che prima della celebrazione ha lanciato questo allarme: «A Palermo c’è un lungo cammino ancora da fare. La mafia non è sconfitta, è in cerca di nuove collusioni. Secondo me sta tornando a stringere di nuovo la città».

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