
Sono gli stessi esperti che oggi si occupano del delitto di Garlasco a lavorare sull’enigma rimasto senza risposta dell’omicidio di Piersanti Mattarella. A loro è stato affidato lo studio di un’impronta trovata sullo sportello di una Fiat 127, l’auto usata dai killer dell’ex presidente della Regione Siciliana la mattina del 6 gennaio 1980.
Da ieri (10 settembre) il gruppo di periti sta esaminando quel segno, nella speranza che le nuove tecnologie possano offrire risposte che quarantacinque anni fa non era possibile ottenere. L’obiettivo è individuare eventuali tracce biologiche e confrontarle con i profili genetici dei due uomini finiti sotto indagine, Antonino (Nino) Madonia, boss di Resuttana, e lo spietato killer dell’ala corleonese di Cosa nostra Giuseppe Lucchese.
La squadra incaricata comprende specialisti di genetica forense, docenti universitari e uomini della polizia scientifica tra cui Elena Carra, docente di Scienze e tecnologie biologiche, chimiche e farmaceutiche all’Università di Palermo; Carlo Previderè, professore del dipartimento di Sanità pubblica all’Università di Pavia e Nicolò Polizzi, della polizia scientifica, nominato dalla Procura di Palermo. Tra loro anche Ugo Ricci, responsabile della Forensic Genetic Unit di Firenze, dove si stanno svolgendo le analisi, che ha fatto riaprire il caso Garlasco.
Il reperto al centro dell’analisi non è un’impronta digitale nitida, ma una strisciata lunga circa tre centimetri. Si tratta dunque di un materiale difficile da interpretare, sul quale pesa anche il trascorrere del tempo: più di quattro decenni potrebbero aver compromesso in parte le tracce biologiche, rendendo complesso l’esame. Che si svolgerà senza che la difesa di Nino Madonna abbia potuto nominare un proprio consulente. Al boss, difeso dall’avvocato Vincenzo Giambruno, non è stato ancora ammesso il gratuito patrocinio. Inoltre, vengono contestate le modalità di acquisizione delle impronte: durante l’udienza dello scorso 17 luglio, infatti, gli avvocati Vincenzo Giambruno e Silvia Mantione, quest’ultima legale di Lucchese, hanno fatto notare come la polizia scientifica abbia separato la prova dal verbale originale senza la presenza dei consulenti di parte.
Per il delitto Mattarella sono stati condannati i vertici di Cosa Nostra, riconosciuti come mandanti. Ma l’identità di chi sparò e di chi guidò la vettura è rimasta senza una risposta definitiva. Oggi i sospetti ricadono proprio su Madonia e Lucchese, rispettivamente indicati come l’esecutore materiale e l’autista della 127.
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