La battaglia contro i mulini a vento è quella che la Rap combatte contro chi insozza la città gettando rifiuti dove capita, trasformando le strade in discariche. In un recente documento inviato al Comune, la società di igiene ambientale fa il conto della montagna di scarti irregolari che è costretta a rastrellare in giro per Palermo. Con un aggravio di costi non indifferente. Il presidente, Giuseppe Todaro, ha segnalato che i limiti del contratto di servizio sono stati abbondantemente superati. Sono previste (ed economicamente garantite) al massimo 200 tonnellate di abbandoni di spazzatura da togliere, ma già nei primi sette mesi dell’anno gli operai ne avevano prelevato 9.200. Siamo già a novemila tonnellate che esulano dal contratto e di cui si dovrà fare carico il Comune utilizzando la clausola di coprire i costi in discarica di circa 220 euro per tonnellata. Sugli ingombranti la musica non cambia. La soglia contrattuale di ingombranti che la Rap deve togliere dalle strade è fissata in 1.350 tonnellate. Quota abbondantemente superata, già a luglio erano state prelevate 2.000 tonnellate anche di scarti tecnologici. L’incivile abitudine di disfarsi dei sacchetti agli angoli delle strade, fenomeno endemico nelle grandi città del Sud, «è il vero problema», sostiene Todaro. Perché «condiziona negativamente le percentuali di raccolta differenziata e la qualità percepita del servizio». Fenomeno che non accenna a domarsi. L'articolo completo sul Giornale di Sicilia in edicola oggi e in edizione digitale