Palermo

Sabato 06 Settembre 2025

Carceri al collasso in Sicilia, l'allarme dei sindacati: turni di 13 ore e aggressioni agli agenti

corridoio carcere

«Negli istituti penitenziari regionali la situazione è esplosiva: agenti costretti a turni di 13 ore, aggrediti sempre più spesso e con estrema violenza. È in serio pericolo la salute fisica e psicofisica del personale. Serve un confronto immediato ancora di più perché siamo in un territorio in cui, per garantire condizioni di legalità e un vero reinserimento sociale, deve essere forte e visibile la presenza dello Stato». Con queste parole i sindacati della Polizia Penitenziaria – Sappe, Osapp, Fns Cisl, Sinappe, Uilpa e Uspp – hanno scritto al Provveditore dell’amministrazione giudiziaria della Sicilia, Maurizio Veneziano, denunciando un clima di tensione crescente all’interno delle strutture. L’allarme arriva dopo le ultime aggressioni avvenute il 4 settembre, all’Ucciardone e al Pagliarelli di Palermo: in un caso, un detenuto ha colpito con pugni e calci un agente solo perché gli era stato chiesto di attendere qualche minuto per accedere all’infermeria. Secondo i sindacati, alla violenza si somma il peso di un’organizzazione del lavoro insostenibile: turni che arrivano a 13 ore consecutive, con richieste di coprire anche il turno notturno immediatamente successivo, senza periodi adeguati di recupero e in palese violazione delle tutele previste dagli accordi nazionali. «Al personale – denunciano – spesso senza alcuna preventiva comunicazione né considerazione per esigenze familiari o di assistenza, viene imposto di lavorare dalle 8 alle 19, e in alcuni casi anche dalle 24 alle 8 del giorno successivo. Un carico psico-fisico insostenibile e incompatibile con i principi fondamentali di sicurezza sul lavoro». Criticata anche la proposta del Dap di un incremento di 306 unità del Corpo, ritenuto insufficiente a garantire il turn over e a colmare la cronica carenza di organico. «È gravissimo che non si intervenga per superare le condizioni in cui operano i 23 istituti penitenziari siciliani – aggiungono i sindacati – ancora di più perché si opera in un territorio in cui per garantire legalità e reinserimento sociale la presenza dello Stato deve essere forte e visibile». I sindacati sottolineano come la responsabilità non ricada sui dirigenti del Corpo e dell’Amministrazione, «che operano con dedizione e competenza in un contesto complesso e spesso penalizzante», ma sulla mancanza di interventi strutturali. La richiesta è chiara: «Solo un intervento organico, strutturato e ispirato a criteri di equità territoriale potrà garantire un’effettiva tutela della legalità, della sicurezza e della dignità del lavoro del personale di Polizia Penitenziaria».

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