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Negli ospedali di Comunità anche i medici di famiglia

Il medico di famiglia non riceverà più solo nel suo studio ma dovrà assicurare per alcune ore la propria presenza anche nelle nascenti 152 case di comunità. Cambierà quindi il tipo di impiego e rapporto che i professionisti avranno con la Regione e soprattutto con i pazienti.

Le nuove strutture finanziate con il Pnrr verranno completate a marzo e dovranno funzionare H24 assicurando un presidio medico e infermieristico. Per questo motivo la Regione sta trattando con i sindacati dei medici l’attuazione di un accordo collettivo nazionale che impone di lavorare per alcune ore nelle case di comunità affiancando questo impegno a quello legato ai normali assistiti.
Funzionerà così: se un medico di famiglia conta già il massimo di assistiti (fra 1.500 e 1.800) lavorerà nelle case di comunità solo 6 ore alla settimana. S

e avrà fra i mille e i 1.200 pazienti si recherà nelle nuove strutture 12 ore a settimana. Chi ha fra i 400 e i mille pazienti fissi dovrà assicurare un impegno extra di 24 ore settimanali. Mentre i medici di prima nomina o che contano meno di 400 assistiti staranno nelle case di comunità 38 ore a settimana. L’obiettivo è quello di assicurare non solo l’apertura H24 delle nuove strutture ma anche di fare in modo che vengano preferite ai normali canali, alleggerendo l’attuale sistema.

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