
Ricordando la figura di Gregorio Magno, che nel 527, prima di ascendere al papato, divenne prefetto di Roma, il vescovo di Palermo Corrado Lorefice, nel celebrare in cattedrale l’omelia nell’anniversario dell’assassinio di Carlo Alberto Dalla Chiesa ha accostato Gregorio al generale ucciso dalla mafia: «Una specularità di vita e una analogia di postura umana,» ha detto Lorefice, ricordando che Gregorio, da quella carica prefettizia, «assimilò un forte senso dell’ordine e della disciplina» che sarebbero stati di grande utilità al futuro papa. Proprio Gregorio Magno, nelle omelie sul profeta Ezechiele, commentava che «chiunque è posto come sentinella del popolo deve stare in alto con la sua vita, per poter giovare con la sua preveggenza».
E Lorefice aggiunge: «Stare in alto, ma con la vita. Non mirare solamente in alto, a occupare posti di rilievo per smania di protagonismo e avidità di potere, ma assumerli con intelligente "preveggenza" per il bene di tutti, mettendo in gioco la propria vita, per poter giovare ad altri, per essere autentiche e coerenti sentinelle del popolo».
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