La rete ospedaliera siciliana parte tra tagli e carenze di medici e infermieri
La nuova rete ospedaliera, pianificata dall’assessorato regionale alla Salute, dopo mesi di polemiche, richieste di modifica e continue variazioni è quasi pronta. Eppure, basta guardare i numeri per accorgersi di un paradosso: nella maggior parte dei casi le aziende sanitarie e ospedaliere dell’Isola non hanno attivato tutti i posti letto stabiliti dalla rete del 2019. In sostanza, mentre la politica discute su tagli, aggiustamenti e razionalizzazioni, gli ospedali lavorano con dotazioni reali inferiori rispetto a quelle che già erano previste. A pesare sono la cronica carenza di medici e infermieri, insieme a strutture che spesso non dispongono degli spazi necessari per accogliere i reparti aggiuntivi. Il quadro di Palermo è emblematico. All’Asp risultano oggi 506 posti attivi a fronte dei 723 indicati sei anni fa. La nuova rete ne prevede 693: 30 in meno rispetto al 2019, ma comunque più di quelli esistenti. All’azienda Villa Sofia-Cervello i posti effettivi sono 692 contro i 724 previsti, che scenderanno a 673. Più virtuoso il Civico, quasi in linea con la programmazione: 825 posti su 829, che diventeranno 822 con la nuova rete. Al Policlinico si passa da 498 posti attivati su 541 previsti a 562, mentre al Buccheri La Ferla si passa da 241 su 288 a 247. L'articolo completo sul Giornale di Sicilia in edicola oggi e in edizione digitale