In piazza del Carmine, dove crack, cocaina e hashish scorrevano a fiumi, ora ci sono dei banchetti abusivi, gestiti e presidiati dalla gente del quartiere, che tentano di arginare l’attività di spaccio. Che prosegue ugualmente senza sosta, ma a fari spenti e con maggiore riserbo. Gli spacciatori (quasi tutti stranieri) sarebbero stati allontanati dalla piazza e rispediti in fondo ai vicoli, ma la droga arriverebbe lo stesso, proprio tramite questi banchetti gestiti da palermitani e grazie a un telefono senza fili, un passaparola per fare arrivare gli stupefacenti. In sostanza i palermitani farebbero da filtro tra i tossicodipendenti e i venditori di sostanze, lasciando poi che i cosiddetti «turchi» (i migranti) continuino a fare i loro affari. L’obiettivo, oltre a una possibile percentuale sugli affari è quello di allontanare i sospetti delle forze dell’ordine facendo credere che nel cuore del mercato, tra cibo e turisti, non scorrano fiumi di droga. L'articolo completo sul Giornale di Sicilia in edicola e nell'edizione digitale.