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Il mercato (vuoto) di Ballarò. E gli stalli stanno a guardare

La nuova struttura costruita e ancora inutilizzata. È stata completata nel 2022 ma gli stand non si possono assegnare perché la legge regionale di sanatoria degli abusivi cozza con quella nazionale sulla libera concorrenza

Bancarelle sulla strada «nobile» della città e ambulanti rigorosamente abusivi che, paradosso tutto palermitano, sono diventati quasi presidio del mercato coperto di Ballarò, completato nel 2022 ma mai occupato legalmente dai commercianti che da anni vendono la merce senza regole e licenza a piazza del Carmine. Il nostro viaggio nel centro storico abbandonato al degrado e alla sporcizia racconta un’altra puntata di incomprensibili pastoie burocratiche, norme sulla stessa materia che si contraddicono, ritardi e legalità ancora senza fissa dimora nel quartiere popolare che è anche percorso Unesco. Il traguardo della regolarizzazione e del rilancio del mercato restano puntini sfocati all’orizzonte, mentre l’anarchia continua a farla da padrona.

Ad oggi sono ancora vuoti i 36 stalli (oltre ai 7 dell’area più piccola rimasta all’aperto) della struttura che avrebbe dovuto ospitare i lavoratori in nero: un iter iniziato nel 2016, quando il Comune istituì la Ztl in via Maqueda. Proteste, incontri, associazioni in campo per sedare gli animi dei mercatari di Ballarò, che vedevano quel provvedimento come un attacco diretto alle loro attività. Un disagio che fu però trasformato in occasione di rilancio, sull’onda dei ricordi di quel passato florido che fino al 1976 aveva fatto di piazza del Carmine il mercato per antonomasia del pesce al dettaglio e all’ingrosso. «Le bancarelle, a quel tempo, erano ospitate appunto in una struttura attrezzata che poi cadde lentamente a pezzi per la mancata manutenzione e fu abbattuta - spiega il consigliere della I circoscrizione, Massimo Castiglia -. Da allora i venditori hanno piazzato i banchetti dove capita, anche accanto alla omonima chiesa. E visto che degrado chiama altro degrado, sono arrivati gli spacciatori e i vandali».

Intanto l’Iacp ha scommesso sull’Albergheria, sistemando alcune palazzine e trasformandole in alloggi popolari. E visto che con il finanziamento europeo disponibile si poteva fare qualche altra «cosa» di pubblica utilità nella zona, si decise la costruzione del mercato coperto grande e di quello piccolo adiacente. Un investimento che oscilla tra i 650 e i 900 mila euro e già «speso» per mettere su la struttura: nel 2019 comincia la delimitazione dell’area, che viene sgomberata dalle auto in sosta selvaggia, dalle discariche di rifiuti, dalle cabine dell’Enel obsolete e dai tossicodipendenti «fatti» di crack. Una fotografia che, nonostante i lavori e la costruzione del mercato coperto, ad oggi è cambiata poco.

Niente macchine, ma negli stand si accomodano droga e rifiuti. Di giorno, invece, ci vanno gli ambulanti in attesa di lotto. Prima abusivi sull’asfalto, ora abusivi con un tetto sulla testa. Ma senza diritto riconosciuto a starci. «La verità - aggiunge Castiglia - è che così l’amministrazione li tiene nel recinto dell’illegalità. La struttura è pronta da 3 anni e ancora oggi il bando per l'assegnazione dei 41 stalli ai mercatari è stato ritirato dal Suap a marzo 2023 e non è stato mai riproposto. O ancora via Maqueda... dopo 7 mesi, le pedane non risultano autorizzate, nonostante i commercianti siano stati obbligati alla loro sistemazione».

La legge sulla concorrenza del 2023 avrebbe bloccato il rilascio di concessioni su area pubblica, in attesa delle linee guida ministeriali che ancora non sono state pubblicate. «Il regolamento precedentemente approvato aveva dei problemi tecnici e avrebbe creato soltanto danni agli operatori economici - spiega l’assessore Giuliano Forzinetti -. Abbiamo già presentato in Consiglio quello nuovo per l'assegnazione delle aree e abbiamo già fatto diverse riunioni con i capigruppo e la commissione Attività produttive. Ho sentito il presidente Giulio Tantillo e sono sicuro che a settembre verrà trattata la delibera. Ricordo in ogni caso che attendiamo il trasferimento da parte dello Iacp. Abbiamo chiesto diverse volte idee e proposte per la riqualificazione ma, soprattutto da parte di chi critica, non sono mai arrivate».

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