
Riscattare il sangue versato dai giudici assassinati dalla mafia attraverso un gesto silenzioso, ma potentissimo: la donazione del sangue. «Il sangue non si versa ma si dona». Un messaggio che ha trovato forza e concretezza. Solo nella giornata del 19 luglio, in occasione della commemorazione della strage di via D’Amelio, la Sicilia ha risposto con una voce corale: quasi 1400 sacche raccolte in un solo giorno.
Protagonisti, i giovani tra i 18 e i 30 anni. Ragazzi e ragazze che si sono messi in fila per compiere un atto civile e consapevole, un gesto che ha avuto anche un effetto concreto: evitare l’acquisto di sangue da altre regioni, come invece avveniva fino allo scorso anno.
Basti pensare che il 20 luglio 2024 la Regione aveva dovuto chiedere supporto a Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, acquistando mille sacche di soli globuli rossi al costo di 188 euro ciascuna, oltre alle spese di spedizione.
Oggi, grazie al cuore di chi ha donato, non solo non è stato necessario ricorrere a forniture esterne, ma si è raccolto di più e meglio. Le 1361 sacche prelevate il 19 luglio – ben 785 in più rispetto allo stesso giorno del 2024 – permettono di ottenere anche piastrine e plasma, fondamentale per produrre farmaci salvavita. Un gesto che va oltre il risparmio economico: è un investimento etico e sociale, un patrimonio che si rigenera attraverso la solidarietà. Ma oltre ai numeri e agli effetti pratici, la necessità di continuare a donare è sempre altissima. E resta il significato simbolico, profondamente umano, di questa mobilitazione.
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