L'inchiesta all'Ars, arriva l'avviso di chiusura indagini al presidente Galvagno e altri sei indagati
La Procura di Palermo ha notificato l’avviso di chiusura dell’indagine, atto che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio, al presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gateano Galvagno sotto inchiesta per corruzione impropria e peculato d’uso. Con il presidente dell'Ars vanno verso il processo anche gli altri 6 indagati, Marcella Cannariato, moglie di Tommaso Dragotto (il patron di Sicily by car); Nuccio La Ferlita, noto manager catanese dei concerti; Alessandro Alessi, titolare di una società che organizza eventi per conto della Fondazione Dragotto; Marianna Amato, Sabrina De Capitani, portavoce di Galvagno; e Giuseppe Cinquemani, segretario particolare di Galvagno. La vicenda è quella del giro di assegnazioni di finanziamenti pubblici nell’organizzazione di eventi in cambio di presunti favori e prebende ad amici e collaboratori del numero uno dell’Ars, nonchè dell’utilizzo dell’auto blu. Galvagno proprio in questi giorni sarà sentito dai probiviri del partito.
I meccanismi corruttivi
Gaetano Galvagno e Sabrina De Capitani, anche lei considerata «pubblico ufficiale», secondo i pm di Palermo Andrea Fusco e Felice De Benedittis, che hanno notificato l’avviso di conclusioni delle indagini, «indebitamente si facevano promettere e dare da Caterina Cannariato (detta Marcella, ndr)», che avrebbe beneficiato di diversi finanziamenti, «una serie di utilità per sé e per altri soggetti, in relazione all’esercizio delle proprie funzioni pubblicistiche che sistematicamente sviavano e sottomettevano agli interessi privatistici della Cannariato e degli enti a lei riconducibili». È la prima delle due ipotesi di reato formulate nei confronti del presidente dell’Ars e della sua portavoce, che poi si è dimessa dall’incarico, e degli altri indagati. Al solo Galvagno, accusato di corruzione e peculato, viene contestato l’utilizzo improprio dell’auto blu per un totale di sessanta trasporti non connessi a funzioni istituzionali in favore di amiche, parenti e altri conoscenti del vertice dell’Assemblea regionale. I meccanismi corruttivi degli scambi riguardanti il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, Sabrina De Capitani e Caterina Marcella Cannariato si basavano - secondo la procura di Palermo che ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini al politico di FdI e ad altri sei - sui finanziamenti degli eventi - alcuni ad apparente sfondo benefico e di promozione umana e sociale - proposti dalla Fondazione Dragotto, 234 mila euro complessivi per un apericena dell’ottobre 2023 organizzato dalla Fondazione Bellisario; per un altro evento della Fondazione Federico II, nel novembre dello stesso anno e per due edizioni del Magico Natale del 2023 e del 2024. Come contropartita Franco Ricci, compagno della portavoce del presidente dell’Ars, avrebbe dovuto ottenere la nomina a componente del Cda della Sicily by Car (carica mai ricevuta in effetti), società del marito della Cannariato, Tommaso Dragotto; Marianna Amato, indagata, ottenne un incarico per un evento della Fondazione Dragotto; Alessandro Alessi, altro indagato, la stessa De Capitani, ancora la Amato e Davide Sottile ottennero incarichi retribuiti dalla stessa Fondazione. Collettore dei fondi (100 mila euro) sarebbe stato, secondo il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, Alessi, con una sua società, Alquadrato Comunication, con l’intesa che avrebbe restituito 20 mila euro alla Cannariato e che ne avrebbe dati 1.830 a Sottile, 12 mila alla Amato e 10 mila alla De Capitani.
Galvagno: nessuna utilità personale
«Mi è appena stato notificato dalla Procura di Palermo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Dopo le dichiarazioni che ho reso agli inquirenti e da una prima lettura dell’atto, che comunque avrò modo di approfondire con miei legali quando entreremo in possesso dell’intero fascicolo, registro con soddisfazione che sono state escluse tutte le presunte indebite utilità che avrei percepito a titolo personale». Lo afferma il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno. «Confido con l’integrale accesso agli atti di poter dissipare i dubbi e le perplessità di sorta sulla correttezza istituzionale del mio operato tra ciò che rimane come ipotesi di reato - aggiunge - In ogni caso mi riservo anche sulla contestazione del peculato di fornire tutti i chiarimenti necessari all’effettivo utilizzo previsto dal regolamento».