Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Il giallo della bimba morta a Palermo, si batte la pista dell’incidente

Giovedì l’autopsia. Affetta da encefalopatia potrebbe avere ingerito una sostanza tossica. Esclusa l’aggressione. Trovati dei lividi sul corpo, forse la madre voleva aiutarla a respirare

Un tragico incidente domestico provocato da un errore dei familiari. Una disattenzione che ha permesso a una sostanza pericolosa di finire nelle mani sbagliate. Oppure l’ennesima crisi respiratoria, aggravata da fattori ancora da chiarire. Sono queste le tre ipotesi su cui si concentrano le indagini della squadra mobile, dopo la morte a Palermo di Maria, 11 anni, la bambina affetta da una grave disabilità deceduta sabato sera all’ospedale Buccheri La Ferla. La piccola viveva in via Tiro a Segno assieme alla madre, al nuovo compagno della donna e ai quattro fratellini, che sono stati trasferiti in una comunità protetta su disposizione della Procura per i minorenni. Secondo una ricostruzione della squadra mobile, che conduce le indagini con il coordinamento del procuratore Maurizio De Lucia e del sostituto Pierangelo Padova, la madre si trovava da sola nell’abitazione con la bimba e gli altri figli. La trentunenne ha raccontato ai poliziotti di averla lasciata per pochi istanti in compagnia di un fratello e di averla trovata in preda a una crisi epilettica, quindi avrebbe cercato subito di rianimarla con la respirazione bocca a bocca prima della corsa in ospedale accompagnata da una vicina. Sarebbero state proprie queste manovre a provocare le lesioni.

Ma questi aspetti saranno chiariti con l’autopsia che dovrebbe essere eseguita giovedì all’istituto di medicina legale del Policlinico. Trattandosi di un accertamento irripetibile, non è escluso che possano essere notificati gli avvisi di garanzia per consentire ai familiari di nominare un proprio consulente anche se la mamma ha fatto sapere che probabilmente non si avvarà di questa scelta.
Quando Maria è arrivata al pronto soccorso, la situazione era ormai disperata. A insospettire i sanitari sono stati i segni visibili sul collo, le escoriazioni su una mano e il forte odore di benzina impregnato sui vestiti. I rilievi sembrerebbero escludere un’aggressione: i lividi potrebbero essere compatibili con il tentativo estremo della madre di farle riprendere fiato. Non si esclude che il decesso sia stato causato dall’ingestione di una sostanza tossica, considerato che in una delle stanze è stata trovata la bottiglietta con il carburante, sequestrata assieme all’intero primo piano della palazzina, all’angolo di fondo Alfano.

Lo stato di salute della ragazzina, affetta da encefalopatia e crisi epilettiche, era già molto compromessa. Non poteva muoversi né alimentarsi da sola, per questo motivo si ritiene improbabile che sia stata lei a maneggiare il liquido. Una delle drammatiche possibilità è che un fratello, inconsapevole, possa avergliela fatta bere. In questo caso, sarà fondamentale capire se l’incidente fosse evitabile e se la sostanza fosse stata custodita in modo sicuro.

Gli agenti hanno ascoltato a lungo la madre, il padre naturale (che vive altrove) e alcuni vicini: al momento non emergerebbero contraddizioni rilevanti. Non risultano segnalazioni precedenti né interventi da parte dei servizi sociali ma agli occhi degli investigatori e degli operatori intervenuti nell’immediatezza, l’appartamento versava in condizioni di degrado assoluto, un disagio evidente anche se rimasto finora ai margini del sistema di assistenza.

Digital Edition
Dal Giornale di Sicilia in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Caricamento commenti

Commenta la notizia