
Fiamme spente, o quasi, ma nel «day after» dell’ondata di incendi che ha azzannato tutte le province siciliane non si fermano le polemiche, mentre il capo della Protezione civile regionale, Salvo Cocina, fa il punto su quanto accaduto tra venerdì e sabato scorsi, rispondendo a distanza a quanti, in queste ore, vorrebbero che la Regione aprisse l’iter per lo stato di emergenza nazionale: «A mio parere - spiega il dirigente generale - ad oggi non c’è un quadro di eventi che per estensione e livello di danno sia presupposto sufficiente per attivare questa richiesta».
«Forse, a censimento danni ultimato, si valuterà lo stato di emergenza regionale. Tengo a precisare che, per legge, lo stato di emergenza può esser dichiarato solo in caso di gravi situazioni di pericolo e di estese interruzione dei servizi essenziali che pregiudicano la collettività. Infatti lo stato di emergenza dà il via libera agli interventi urgenti di protezione per eliminare pericoli - come la caduta massi da un pendio su una strada o su case dopo un incendio che ha distrutto il bosco o la rimozione di materiali bruciati inquinanti - o ripristinare i servizi essenziali danneggiati: reti elettriche, telefoniche, impianti idrici e fognari. Ricordo che per gli incendi del 24-26 luglio 2023 la Regione ha chiesto e ottenuto lo stato di emergenza da Roma ma la situazione era molto più grave e, purtroppo, con morti e feriti».
Quanto ai roghi della settimana appena archiviata, l’evento più intenso in termini di ettari di bosco andati in fumo, rimarca Cocina, è quello registrato alla Sughereta di Niscemi, «ma particolarmente colpiti sono state anche le zone di Piana degli Albanesi, il bosco di Fortolesi ad Enna e la riserva di Capodarso».
Quanto alle critiche sul sistema anti-incendio, il capo della Protezione civile preferisce non replicare, ricordando, però, come già rimarcato dal governatore Schifani, che «la sala operativa ha funzionato al meglio», e che buona parte dei roghi è sempre legata ai terreni incolti, «che vanno tenuti puliti: chi non lo fa, va prontamente denunciato».
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