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L'hotel dato in gestione al nipote di Brusca, la Commissione parlamentare antimafia annuncia approfondimenti

La commissione parlamentare antimafia è pronta ad accendere un faro sulla vicenda di Giorgio Cristiano, il nipote dell’ex boss Giovanni Brusca, assegnatario di un albergo a Palermo, sequestrato alla mafia nel 2020. Ad assegnarlo alla sua società, la Cribea srl, sarebbe stato, nel 2021 il tribunale di Palermo col parere favorevole della Procura del capoluogo, della Questura e dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati. Il fatto, segnalato da Fanpage.it, non è passato inosservato al vice presidente della bicamerale d’inchiesta, Mauro D’Attis. «Credo che un caso come questo meriti un
approfondimento - spiega il deputato forzista - . Se non altro per la vicinanza ad un nome così importante nella storia della mafia. Basterà già chiedere informazioni sul procedimento, grazie alle quali si potrà valutare se occuparcene, con documenti alla mano. In questi casi ogni elemento va segnalato e non va mai sottovalutato a prescindere».

D’Attis tiene comunque a precisare che resta «la piena fiducia negli organismi deputati all’iter di assegnazione» e resta «fermo il diritto di ognuno a non essere condannato a prescindere per un cognome» mentre a sollecitare degli approfondimenti erano stati anche altri membri della commissione.

A proporre al tribunale l’affitto dell’hotel alla Cribea srl è stato l’allora amministratore giudiziario della struttura che rientrava nel patrimonio del costruttore mafioso Francesco Paolo Sbeglia. L’amministratore ha fatto presente che Giorgio Cristiano aveva manifestato la volontà di subentrare nella gestione dell’attività, stipulando un contratto di locazione dei locali appartenenti alla società di Sbeglia, la Cedam srl, in sequestro, dopo aver definito con una transazione le pendenze della società stessa.

Il tribunale ha raccolto i pareri della Questura di Palermo, che ha svolto i suoi accertamenti, della Procura, favorevole alla proposta transattiva, e dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati. Tutti si sono detti favorevoli. Peraltro è stato accertato che il procedimento di prevenzione patrimoniale a carico del padre di Cristiano, Salvatore, si era concluso con un nulla di fatto e che questi non era risultato prestanome di Brusca. Il tribunale ha stabilito allora che nulla impedisse la stipula della locazione con la Cribea srl aggiungendo però una clausola risolutiva del contratto nel caso in cui dovessero emergere apporti tra Cristiano e ambienti mafiosi.

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