
«Pace fratello, mi devi scusare se parlo, ho visto che ieri mi hai chiesto scusa per essere stato duro con me, ma il discorso che non mi andava giù, che ben due volte mi hai preso per lagnusa, detto in italiano, ok? Per me te sei stato un grande maleducato, perché le persone non le conosci e per me non ti devi permettere a dire questo, mi spiace… Mi spiace, io dovevo dirtelo ma non vi digerisco. Ti saluto e buona giornata».
Il messaggio è datato 22 gennaio dell’anno scorso: Antonella Salamone scrive a Massimo Carandente con il saluto abituale tra chi si considerava parte della stessa fede. Ma in quel caso il tono esprimeva il segno di una frattura profonda, la volontà di rompere con i «fratelli di Dio» che invece, di lì a poco, si sarebbero «insediati» a casa sua, nella villetta di Altavilla Milicia.
In base a quanto emerso, il primo contatto risalirebbe al 16 gennaio: la conversazione su Facebook tra Antonella e Carandente sarebbe l'inizio di un avvicinamento che si trasformerà in una spirale di fanatismo e morte.
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