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L'omicidio Fragalà: 300 mila euro per ingiusta detenzione a Francesco Castronovo

Il penalista Fragalà

La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi della Procura generale di Palermo e del ministero dell’Economia: diventa così definitiva la «riparazione per l’ingiusta detenzione» patita da Francesco Castronovo, uno dei sei imputati del processo per l’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà. Castronovo, che ha ottenuto 300 mila euro per tre anni trascorsi in cella, era stato uno dei due assolti, assieme a Francesco Paolo Cocco, già risarcito con la stessa cifra e per il quale il risarcimento era già irrevocabile.

Enzo Fragalà era stato brutalmente aggredito il 23 febbraio 2010 in via Nicolò Turrisi, a poca distanza dal suo studio professionale, che si trova nei pressi del palazzo di giustizia di Palermo. Preso a colpi di bastone e raggiunto più volte alla testa, il penalista era rimasto in coma per tre giorni ed era poi spirato il 26 febbraio di quindici anni fa. Per il suo omicidio erano state battute diverse piste, fino a quando la Dda di Palermo e i carabinieri, nel 2017, non avevano arrestato un gruppo di persone considerate vicine alla cosca di Porta Nuova.

Nei confronti di Cocco e Castronovo c'erano alcune intercettazioni e le dichiarazioni di un collaboratore, Francesco Chiarello, ma alla fine entrambi erano stati scagionati dall’unico imputato che aveva collaborato, Antonino Siragusa, poi condannato assieme ad Antonino Abbate, Francesco Arcuri e Salvatore Ingrassia, tutti indicati come «correi» proprio da Siragusa. Dopo l’assoluzione (decisa il 23 marzo 2020) e la scarcerazione, i due scagionati avevano fatto causa allo Stato. Ora la decisione finale.

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