Palermo

Martedì 22 Luglio 2025

Il siciliano detenuto in Florida, parte la raccolta firme per la sua scarcerazione

«Gaetano Mirabella Costa, un stretto amico della mia famiglia, è detenuto ingiustamente al centro di immigrazione Alcatraz dalle autorità americane. Non è un clandestino, né uno spacciatore, né un delinquente. È una persona perbene che è finito in una situazione ingiusta». Lo scrive, sulla pagina Facebook di Fiumefreddo senza censura, Cosmo Carrasco lanciando una raccolta firme su change.org per "la liberazione di Gaetano Mirabella», uno dei due italiani detenuti ad Alligator Alcatraz, il centro per migranti in Florida. «Abbiamo la forte convinzione - scrive Carrasco - che queste accuse siano infondate e chiediamo un’indagine approfondita sulla sua detenzione. Il fatto che un individuo innocente possa essere trattenuto in un centro di immigrazione è un chiaro indicatore del fatto che il sistema attuale non è perfetto. Nel solo 2019, il sistema di giustizia americano ha trovato circa 2.000 persone ingiustamente detenute, secondo le statistiche ufficiali. Questo è inaccettabile. Sappiamo che la riforma del sistema non sarà un compito facile o immediato, ma chiediamo almeno che sia fatta giustizia per Gaetano. Solidarietà e giustizia devono prevalere. Firmate la petizione per liberare Gaetano Mirabella Costa». In un altro post ha fornito una ricostruzione delle accuse contestate al suo amico: «Gaetano non ha aggredito nessuno, ma è stato aggredito da tre uomini amici della sua ex moglie in uno spaccio militare (di cui lui era socio) dove si era recato per chiedere in prestito un furgone per trasporto materiale». Dall’aggressione è «scattata la denuncia e l’arresto» che «non ha niente a che vedere con lo spaccio di droga, dato che si trattava di due spinelli». Carrasco sottolinea che «Gaetano non è un irregolare, risiede in America da anni e il passaporto era in via di rinnovo all’ambasciata italiana di Miami». «Un giudice aveva già firmato la sua scarcerazione - precisa - ma un altro giudice ha ordinato il suo trasferimento ad Alcatraz. Mi auguro soltanto che le malelingue tacciano e che qualcuno dell’amministrazione si faccia carico di seguire la vicenda e di aiutare la famiglia con ogni mezzo a disposizione».

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