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La strage di Altavilla Milicia, la figlia: «Abbiamo bruciato la mamma»

Davanti ai giudici ha detto: «Volevo scappare ma non avevo le forze». È stata condannata in primo grado a 12 anni e 8 mesi perché era presente all’uccisione di madre e fratelli

«Eravamo tutti sulla collina quando abbiamo bruciato il corpo di mia mamma. Io dopo un po’ sono scesa e sono andata via». La voce si incrina, le parole si spezzano, poi la ragazza crolla: piange, si sente male, viene interrotta l’udienza.

Il processo per la strage di Altavilla Milicia si ferma per oltre venti minuti. Davanti ai giudici della Corte d’Assise, la figlia di Giovanni Barreca, oggi maggiorenne ma diciassettenne all’epoca della strage, è la testimone chiave del massacro avvenuto a febbraio dell’anno scorso nella villetta in cui abitava con la sua famiglia.

È anche imputata nel procedimento parallelo davanti al Tribunale dei Minorenni, dove è stata condannata in primo grado a 12 anni e 8 mesi per avere partecipato alle torture e agli omicidi della madre Antonella Salamone e dei fratelli Kevin ed Emanuel, di 16 e 5 anni. L’appello, già presentato dal suo avvocato Carmelo Salamone, è stato fissato per dicembre.

«Non dormivo. Potevo riposare solo pochi minuti durante il giorno, ma non riposavo davvero. Volevo scappare ma non ne avevo le forze. Era una cosa troppo potente». Ha raccontato così l’incubo vissuto in quella casa trasformata in una trappola di preghiere ossessive, digiuni, punizioni e deliri mistici.

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