Rifugi climatici a Palermo, un patto civico per affrontare le ondate di calore
In un’estate segnata da temperature sempre più estreme, il movimento Cittadini in Movimento lancia una proposta concreta e facilmente realizzabile: creare a Palermo una rete diffusa di rifugi climatici, spazi accoglienti e accessibili dove poter trovare aria fresca, acqua potabile e un punto di sosta durante le giornate di caldo torrido. «Basterebbe che anche solo il 5% dei ristoranti cittadini aderisse a un patto civico con il Comune per offrire gratuitamente un riparo a chi è in difficoltà», spiega il movimento. Con oltre 2.500 ristoranti attivi a Palermo, anche una minima adesione porterebbe alla nascita di più di 120 rifugi.
I modelli europei
La proposta prende ispirazione da esperienze già attuate in altre città europee. Barcellona, ad esempio, ha attivato oltre 350 rifugi per i suoi 1,6 milioni di abitanti (0,22 rifugi ogni 1.000 persone). In Italia, Firenze ne conta 44 su 380.000 abitanti (0,116 per 1.000) e Bologna 15 su 390.000 (0,038 per 1.000). Applicando questi parametri alla popolazione palermitana (circa 657.000 abitanti), Palermo dovrebbe puntare a:
- 145 rifugi per eguagliare Barcellona,
- 76 rifugi per raggiungere Firenze,
- 25 rifugi per allinearsi a Bologna.
Il piano
Nel dossier consegnato all’Assessore alla Protezione Civile Piero Alongi, Cittadini in Movimento propone:
- una convenzione volontaria con ristoranti, biblioteche, centri civici, parrocchie e luoghi culturali;
- la realizzazione di una mappa pubblica dei rifugi attivi, consultabile da tutti;
- la valorizzazione degli esercizi aderenti come luoghi solidali e inclusivi;
- l’obiettivo di attivare almeno 50 rifugi entro il 2026.
«Affrontare l’emergenza climatica non significa solo parlare di CO₂ – si legge nel documento – ma proteggere le persone, a partire dai più fragili, con intelligenza, concretezza e umanità.»
Una rete a costo zero
Cittadini in Movimento chiede al Comune di avviare da subito una prima rete pilota, sfruttando l’estate in corso per testare l’efficacia del progetto. La proposta, sottolineano, non comporta alcun costo strutturale per l’amministrazione, ma può avere un impatto sociale immediato e significativo. «Palermo – concludono – ha tutte le carte in regola per diventare un modello nazionale di adattamento urbano, capace di trasformare l’emergenza climatica in un’occasione di solidarietà e innovazione civica.»