
I pm dell’ufficio siciliano della Procura Europea (Eppo) Geri Ferrara e Amelia Luise hanno chiesto la condanna complessivamente a 180 anni di carcere per i 24 imputati al processo nato dall’inchiesta «Blue Wave» su un maxi contrabbando di sigarette. Chiesta anche la confisca di beni per oltre un milione di euro.
Il processo, che si celebra in abbreviato, è stato rinviato dal gup al 9 settembre per le arringhe difensive.
La vicenda nasce da una indagine della Finanza che scoprì due organizzazioni criminali di contrabbandieri. Le bande erano in rapporti di affari tra loro e svolgevano la loro attività nel Trapanese e nel Palermitano con agganci nell’area napoletana per le forniture della merce.
Una delle organizzazioni, diretta da un tunisino e attiva prevalentemente tra Marsala, Mazara del Vallo e Petrosino, avrebbe introdotto nel territorio nazionale sigarette di contrabbando provenienti principalmente dalla Tunisia attraverso l'utilizzo di imbarcazioni da pesca.
La seconda, capeggiata da un palermitano, avrebbe acquistato grandi quantitativi di sigarette provenienti dal nord Africa e dall’Est Europa, attraverso la mediazione di tre napoletani, stoccandoli presso magazzini dislocati in aree ad alta densità criminale, per poi distribuirli in maniera capillare in tutta la provincia grazie a un’articolata rete di rivenditori.
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