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Festino di Santa Rosalia

Palermo. Lagalla, fischi e fuoco amico: il Festino che isola il sindaco

L’ex rettore smorza i toni dopo la contestazione ai Quattro Canti: «È la democrazia». I presidenti di circoscrizione, quasi tutti di centrodestra: «Noi privi di ascolto e risposte»

Al sindaco va di traverso il Festino. I fischi e i buuuuu, mentre sul carro sta per invocare viva Palermo e Santa Rosalia, rabbuiano, ovviamente, Roberto Lagalla. I Quattro Canti come palcoscenico dove si consuma uno strappo con la città con cui si sono confrontati, a turno, tutti i sindaci di passaggio.

Più croce che delizia, insomma, saltare su quella macchina in movimento sul Cassaro e attendere l'ignoto: ovazione o contestazione? Quest’anno è andata così, con un’ondata di fischi. Questo diventa il pretesto per una polemica che è come un vento di contrapposizione nel Palazzo. Specialmente quando gli otto presidenti di circoscrizione, tutti di centrodestra (tranne quello dell’Ottava, Marcello Longo, del Pd) firmano una nota a giustificazione dei fischi.

La fine di un ciclo? Forse è esagerato, ma ci sono molte cose da mettere a punto in maggioranza. E in fretta.

Nella notte tra lunedì e ieri dietro al carro mancava un pezzo di Consiglio, l'ufficio di presidenza per intero, più di mezza giunta non c’era. Il presidente, Giulio Tantillo, ha disertato tutte le iniziative, tranne due celebrazioni religiose. Insomma, l’edizione 400+1 della ricorrenza non è apparsa come un momento di grande affiatamento politico.

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