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L'Ars alla paralisi: la manovra è a rischio

Le inchieste giudiziarie che coinvolgono il presidente Gaetano Galvagno e l'assessore al Turismo Elvira Amata e il clima di tensione che si registra nella maggioranza sulla manovra ter hanno sbarrato la strada alla riforma dei consorzi di bonifica

Ars alla paralisi. Le inchieste giudiziarie che coinvolgono il presidente Gaetano Galvagno e l'assessore al Turismo Elvira Amata e il clima di tensione che si registra nella maggioranza sulla manovra ter hanno sbarrato la strada alla riforma dei consorzi di bonifica. Che oggi doveva vivere la sua giornata decisiva e che invece non ha registrato neppure un articolo votato.

Da un punto di vista tecnico è stata l'opposizione ad alzare le barricate e bloccare, con l'ostruzionismo, il voto sui consorzi di bonifica. Pd e 5 Stelle soffiano sulle tante micce accese nella maggioranza. In mattinata sono scesi in strada, sotto Palazzo d'Orleans, per chiedere a Schifani di andare all'Ars per una seduta interamente dedicata alle inchieste. Nel pomeriggio hanno presidiato l'aula con interventi fiume che hanno impedito le votazioni.

In conferenza dei capigruppo il centrodestra non ha voluto rinunciare alla seduta, dicendo no a un rinvio. Ma il risultato è che, almeno fino a sera, tutto è rimasto bloccato.
Sullo sfondo ci sono anche i malumori del centrodestra per la posizione assunta da Schifani sulla manovra ter, anticipata stamani in un intervista al Giornale di Sicilia. Il presidente della Regione ha chiesto alla sua maggioranza di votare una manovra blindata, priva di emendamenti che stanziano contributi a pioggia, e che poggia solo su misure per welfare, investimenti e lotta alle emergenze.

E, per quanto a taccuini chiusi, nel centrodestra in tanti non hanno apprezzato. Per questo motivo all'orizzonte si prevede una strada in salita anche per la manovra, in agenda entro un paio di settimane.

Antonello Cracolici, presidente della commissione Antimafia e big del Pd, dà una lettura precisa di quanto sta avvenendo: «Assistiamo a una crisi politica del governo Schifani evidente a tutti, persino all’arcivescovo di Palermo che durante il Festino di Santa Rosalia ha evidenziato il grande scoramento della nostra società per il corto circuito che si è creato con una politica che non rappresenta la speranza, ma una sommatoria di piccoli interessi. C’è un tentativo puerile di separare se stesso dalla sua parte politica, ma noi non lo consentiremo: la crisi del centrodestra in Sicilia è la crisi di Schifani. Trovo inaccettabile un presidente che si nasconde anche fisicamente, invocando la cancellazione del voto segreto, e che non affronta il momento critico del suo governo».

Molto critico anche il capogruppo del Pd, Michele Catanzaro: «Il presidente Schifani smetta di nascondersi e venga in aula a riferire sulla crisi politica della sua maggioranza. Non è più accettabile che provi ogni giorno a scaricare sugli altri le responsabilità della paralisi del suo governo, come se in questi due anni e mezzo non fosse stato lui a guidare la Regione ma un soggetto esterno, calato da un altro pianeta. Non si può continuare a raccontare la favola dei buoni e dei cattivi: da una parte Schifani, che si atteggia a moralizzatore, e dall’altra i parlamentari, accusati di ogni male. È un gioco pericoloso. Se le riforme sono ferme, la responsabilità è di chi governa. La maggioranza, nonostante i numeri, è divisa, assente e incapace di portare avanti qualsiasi progetto strutturale».

Ogni deputato di opposizione ha parlato per dieci minuti su ogni comma che il presidente dell'Ars Gaetano Galvagno, oggi in aula regolarmente, ha portato all'esame dell'aula. Per Nuccio Di Paola, leader dei 5 Stelle, «se il presidente Schifani non si presenta e non ci fa sapere, qui in aula e non sui giornali, quello che pensa su tematiche cruciali, continueremo in questo modo».

Va detto che anche le opposizioni oggi si sono divise in modo evidente. Mentre Pd e 5 Stelle protestavano sotto Palazzo d'Orleans per chiedere di parlamentarizzare la crisi, Avs e Ismaele La Vardera in conferenza stampa a Palazzo dei Normanni chiedevano invece le dimissioni di Galvagno, Amata e Schifani.

Una spaccatura che non è piaciuta ai socialisti, Per Nino Oddo «il governo di centrodestra in sicilia vive una stagione difficile. Agli scandali della sanità, alle autostrade che imprigionano gli automobilisti, ai progetti Pnrr in grave ritardo, si sono aggiunte nelle ultime settimane le inchieste sul presidente dell'Ars Galvagno e sul suo entourage. Ne esce uno spaccato del quale si discute ormai sul piano nazionale. Sbaglia il centrosinistra a non cogliere l occasione e a proporsi in maniera divisa difronte all'opinione pubblica siciliana».

Con il rinvio della legge di riforma dei consorzi di bonifica siamo oltre a commedia. L’assemblea regionale siciliana non ha alcuna considerazione degli investimenti degli agricoltori che non possono andare avanti con strutture pubbliche non rispondono alle esigenze. Non si irriga con le parole, né con l’ostruzionismo, né con le promesse.

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