
Il Festino onora la memoria di Sara Campanella - la studentessa di Misilmeri assassinata a Messina lo scorso 31 marzo da un ragazzo respinto - e viene dedicato a tutte le vittime di femminicidio. L'arcivescovo, Corrado Lorefice, sceglie di condividere una lunga lettera della famiglia di Sara e la utilizza come il suo messaggio davanti alla cattedrale. Funziona. L’edizione 400+1 del Festino fila liscia e senza intoppi. Anche la tabella di marcia viene rispettata e ai Quattro Canti il corteo giunge in orario.
Roberto Lagalla, sindaco di una città che negli ultimi tempi mostra segni di pericolosa ebollizione sociale, quando sale sul carro e al microfono si lancia nell’invocazione tradizionale del Viva Palermo e Santa Rosalia, viene raggiunto da fischi e contestazioni. Un segnale chiaro rivolto alla sua amministrazione. Il primo cittadino rapidamente poi si avvia verso Porta Felice e sul suo volto rabbuiato sono chiari i segni di disapprovazione. I carri si muovono da Porta Nuova alle 21,50 e si collocano davanti alla Cattedrale alle 22,10. Via Matteo Bonello è una scatola di sardine. La serata è fresca: benedetta e benvenuta. La rappresentazione continua e la peste e la morte la fanno da padrone. Quindi l’arcivescovo ricorda Sara. È un momento di commozione collettiva. Legge le parole addolorate, ma lucide, dei familiari di una ragazza piena di luce e di sogni. «Ricordare Sara significa celebrare la bellezza della sua anima, la forza del suo esempio e la dolcezza della sua presenza, che lasciava ovunque andasse. I suoi preziosi ideali di amore e rispetto verso sé stessi e verso gli altri sono un inno alla vita, dono prezioso che ci è stato donato e che deve essere apprezzato. Troppe donne - scrive la famiglia - subiscono abusi e violenza, vengono dimenticate col passare dei giorni, quando cala il silenzio su queste tragedie, ma noi non vogliamo che Sara venga dimenticata».
Ci saranno intorno alle 300 mila persone (ma il Comune alza l’asticella e dice 350 mila) che da Porta Nuova alla Marina e tutt’intorno affollano il percorso di fede. I dati diffusi dal Comune sono insomma buoni, sebbene forse un filo inferiori all’anno scorso, ma quella era stata l’edizione dei 400 anni firmata da Marco Balich.
Un servizio completo di Giancarlo Macaluso sull'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi

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