Lo sciopero degli aerei fa slittare la nomina dei periti che dovranno appurare se l’impronta sulla Fiat 127 usata il 6 gennaio 1980 dai killer dell’ex presidente della Regione, Piersanti Mattarella, appartenga a uno fra Antonino (Nino) Madonia e Giuseppe Lucchese, indagati per l’omicidio del fratello dell’attuale presidente della Repubblica. Madonia, ormai anziano boss di Resuttana, figlio del capomafia Francesco Madonia, per la Procura sarebbe l’uomo «dagli occhi di ghiaccio», figura saltata fuori in diversi identikit. Lucchese, invece, del mandamento di Ciaculli, anche lui spietato killer dell'ala corleonese di Cosa nostra, sarebbe stato alla guida del mezzo durante la fuga. La perizia verrà eseguita in incidente probatorio: il Gip Antonella Consiglio, infatti, il 25 giugno aveva accolto la richiesta presentata dall'avvocato Vincenzo Giambruno, legale di Madonia. Il perito dunque sarà nominato dal giudice: «Va considerato - si legge nell’ordinanza del Gip - come sia concreta la possibilità che il procedere dell'attività tecnica possa avere natura distruttiva, anche parziale, e, conseguentemente, possa determinare l'irripetibilità dell'esame; sono necessarie le garanzie proprie del contraddittorio». La Procura e la difesa potranno nominare i propri consulenti. Per Madonia, insieme alla richiesta di incidente probatorio, era stata allegata anche la domanda di gratuito patrocinio: il superkiller è in carcere dal 1989 (fu catturato in un appartamento di via D’Amelio, dove era custodito il libro mastro del racket, nella strada che poi fu teatro della strage Borsellino) e risulta nullatenente. A supporto è stata presentata anche una vecchia indagine della guardia di finanza che ne appurava la condizione. Tutto rinviato dunque: bisognerà attendere ancora per dare il via agli accertamenti tecnici irripetibili. I nuovi esami sono possibili grazie alle nuove tecnologie disponibili per estrarre il Dna: l’impronta fu rilevata già 45 anni fa nello sportello lato guidatore della Fiat 127 utilizzata il 6 genaio del 1980. Subito dopo il delitto l’impronta fu isolata, ma considerata inutilizzabile per potere svelare l’identità di chi l'aveva lasciata sulla carrozzeria. Oggi si potrebbero isolare le tracce biologiche e metterle a confronto.