«La bellezza la città non la recupera se non ritorniamo a coltivarla dentro. Credo che il primo messaggio che non dobbiamo dimenticare di Rosalia è che non ci può essere bellezza nella città se ognuno non ritrova dentro la ricerca del bello. Dobbiamo ritornare a dare spessore alle nostre coscienze umane, tutti, ognuno per quella che è la responsabilità che ha all’interno della città». Lo ha detto l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, parlando con i giornalisti, a Palermo, a margine della presentazione del 401esimo festino di Santa Rosalia a Palazzo Arcivescovile. «Ma il messaggio più vero credo sia questo - ha sottolineato ancora Lorefice -, a tutti Rosalia dice 'non possiamo avere una città bella se tutti non ci rimettiamo in rotta nella ricerca del bellò, per questo ci vuole una grande coscienza, una coscienza civile. Per me credo che il messaggio di quest’anno sia proprio questo: scuotere le coscienze. Rosalia è una bella donna che contribuisce a rendere bella la città, la libera dal male, ma perché lei resta bella dentro. Questo è il grande messaggio e la sfida che ci fa Rosalia», ha concluso.
Le parole del sindaco Lagalla
«In occasione di questo festino la riflessione è che "la bellezza per la città di Palermo resta un obiettivo e una realtà: una realtà da coltivare e un obiettivo da migliorare, evidentemente. Questo lo facciamo seguendo il tema dell’anno scorso che era quello della speranza: alimentare la speranza perché possa crescere la bellezza». «C'è una continuità esatta tra il 400esimo e 401esimo festino che non a caso abbiamo voluto chiamare 400 più uno - ha proseguito -, esattamente come c'è un raccordo fortissimo tra il 1624 e il 1625 l’anno del ritrovamento delle ossa della santa, l’anno della speranza, dell’invocazione, mentre il 1625 è l’anno del ringraziamento. E, quindi, di una bellezza che si riafferma che vale per la peste ma vale per ogni disvalore di ogni epoca».