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Sfruttamento, ma non solo: un lavoratore fu aggredito. Le intercettazioni: «Loro sanno tutto»

Dalle carte dell’inchiesta che ha portato all’arresto per caporalato dell’imprenditore Caronna, salta fuori un episodio di violenza: «Giovanni lo ha afferrato per la gola»

Non si limitava a minacciare verbalmente i dipendenti o a imporre turni massacranti. Giovanni Caronna, l’imprenditore finito nei giorni scorsi agli arresti domiciliari con l’accusa di caporalato, secondo quanto emerso dall’inchiesta della guardia di finanza, sarebbe arrivato anche ad aggredire fisicamente un lavoratore.

Un gesto che ha alimentato ancora di più il clima di paura negli undici negozi gestiti tra Partinico, Carini, Alcamo e Castellammare del Golfo. I punti vendita, ufficialmente intestati a diverse società (Giulia srl, Gma Company, MG Evolving e Marta srl, già in liquidazione) esponevano marchi come Terranova, Alcott, Carrera, Expert, Primadonna, Jennifer e Phone Planet, tutti completamente estranei alla vicenda.

L’episodio emerge in maniera chiara dal provvedimento in cui vengono riportate in modo dettagliato le conversazioni intercettate nella chat aziendale. Gli investigatori, infatti, erano già a conoscenza dei metodi autoritari usati da Caronna: in un lungo sfogo, una delle commesse lo descrive come in grado di ricorrere perfino alla violenza pur di mantenere il controllo. «Loro sanno tutto», confidava a un’amica riferendosi alle indagini in corso.

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