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L'inchiesta all'Ars e le intercettazioni: intrecci familiari e istituzionali per gestire gli eventi

«Gaetano ha detto che vuole che lei venga, di conseguenza se ha dato l’okay è perché dobbiamo presentarla come la sorella del presidente Galvagno». Una frase, pronunciata senza sapere di essere intercettata da Sabrina De Capitani di Vimercate - portavoce e collaboratrice fidata di Gaetano Galvagno - che racconta come i rapporti familiari si intreccino con quelli istituzionali nell’inchiesta per corruzione sui finanziamenti per eventi culturali dell’Ars, coordinata dalla Procura di Palermo.

La figura di De Capitani, indagata insieme al presidente dell’Ars, alla vicepresidente della Fondazione Dragotto Marcella Cannariato e a Marianna Amato, dipendente della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, emerge nelle carte come la regista delle manovre per costruire consensi e gestire contatti per conto di Galvagno, anche coinvolgendo i parenti più stretti. Accanto al numero uno di Sala d’Ercole, compaiono spesso nelle conversazioni la sorella Giorgia e la cugina Martina perché coinvolte in eventi, contatti e incarichi che servivano a rafforzare la rete di rapporti intorno a lui. La prima interviene soprattutto su iniziative pubbliche e strategie di immagine, la seconda invece per un incarico legale proposto da Cannariato.

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