
I due ragazzi alloggiavano in un appartamento a Universumstrasse 23-29, Vienna (nella foto)
«Abbiamo presentato due esposti, uno alla procura di Vienna e un altro a quella di Palermo. Oltre al sequestro della salma per fare eseguire l’autopsia, abbiamo chiesto il sequestro dell’abitazione e di tutti i beni della ragazza, compreso il cellulare, da cui sono stati fatti accessi sospetti fino al momento della sua morte quando il profilo è stato bloccato da nuove impostazioni sulla privacy. Le autorità austriache volevano consegnare il corpo della giovane alla famiglia. Forse avevano già chiuso il caso come suicidio, ma la famiglia chiede chiarezza su quanto successo in quell'appartamento». Lo ha detto l’avvocato Alberto Raffadale, che assiste la famiglia della giovane hostess.
«Negli esposti abbiamo solo chiesto di fare luce. Abbiamo solo evidenziato, come raccontano i familiari, che il giovane fidanzato anche lui palermitano ha chiamato la famiglia dopo sette ore e che i primi ad arrivare a Vienna sono stati i familiari del giovane. - aggiunge l’avvocato - Non vogliamo puntare il dito contro nessuno, ma su questa vicenda riteniamo legittimamente che ci siano aspetti da chiarire».
Le famiglie di entrambi i giovani si trovano in questo momento a Vienna: in particolare, i parenti e i genitori di Aurora Maniscalco non troverebbero molta collaborazione nelle autorità locali. L'ambasciata italiana sta seguendo il caso da vicino e si è messa a disposizione della famiglia.
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