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«Sharbat legata alla mafia», confermato il sequestro dalla Cassazione

Ricorso respinto: la titolare della gelateria, Giuseppa Basile, ritenuta prestanome. Dietro l’apparente legalità del marchio «c’era un sistema criminale diretto dal clan»

Palermo.La gelateria Sharbat a Mondello.Ph.Alessandro Fucarini.

La Corte di cassazione ha confermato il sequestro preventivo della gelateria Sharbat, dell’omonimo marchio e di altre attività economiche legate alla ditta intestata a Giuseppa Basile, già al centro di un’indagine condotta dalla magistratura, per presunti legami con cosa nostra.

Secondo la Suprema Corte, che ha respinto il ricorso della Basile contro il provvedimento del tribunale di sequestro, le prove investigative che hanno portato alla misura cautelare sarebbero «ampie, coerenti e supportate da numerosi elementi», tali da giustificare pienamente il provvedimento.

Ha quindi retto il quadro probatorio da cui emerge che, dietro l’apparente legalità delle imprese, si celerebbe in realtà un sistema imprenditoriale mafioso, orchestrato da Mario Mancuso, ritenuto «imprenditore colluso» e vicino al clan di San Lorenzo-Tommaso Natale.

L’inchiesta ruota attorno ad un presunto schema di «partecipazione mafiosa» alle imprese. Mancuso, figura centrale, avrebbe garantito nel tempo profitti e vantaggi economici a Michele Micalizzi, considerato uno dei vertici della famiglia mafiosa della zona, attraverso attività commerciali mascherate da gelaterie e pasticcerie, come i marchi Brioscià e Sharbat.

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