
Morì a causa di un clistere effettuato erroneamente dall’equipe del reparto di Medicina interna di Villa Sofia. Una manovra che arrivò a perforare parte dell’intestino a una paziente di 93 anni nel 2018. Agli eredi della vittima è stato riconosciuto dal Tribunale civile un risarcimento per «danno non patrimoniale» di 252 mila euro.
Secondo il giudice, Enrico Catanzaro, ci fu un nesso tra la morte e quel clistere, dal momento che la donna era in buona salute e in fase di dimissioni dal nosocomio, dopo un intervento per una colecistite acuta. Ed invece proprio quel clistere, che doveva rappresentare una formalità da protocollo, ha finito per far piombare la donna in coma, per poi morire qualche giorno dopo.
Il Tribunale, nella sentenza, parla di errore medico fatale. Accolto il ricorso presentato dagli eredi della vittima, i quattro figli assistiti dagli avvocati Giuseppe Emanuele Greco e Paola Lanza, che si sono visti liquidare una somma a testa oscillante tra 50 e 70 mila euro.
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