Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Il blitz antimafia a Palermo, il clan di Porta Nuova imponeva i biliardini alla piazza del Borgo Vecchio

Blitz antimafia a Palermo, colpito il mandamento di Porta Nuova

Nel cuore del quartiere Borgo Vecchio, a Palermo, i biliardini erano ancora un affare controllato da Cosa nostra, come emergerebbe dalle carte dell'inchiesta seguito dell'operazione dei carabinieri Grande Inverno, che ha febbraio ha portato a 181 arresti di boss, sodali e luogotenenti di tutte le famiglie della città e provincia. Ogni fine settimana, tra giovedì e domenica, comparivano alcuni biliardini nella piazza principale di Borgo Vecchio. Non erano lì per caso: erano gestiti da Leonardo Marino, con la collaborazione di Pietro Pozzi e Cristian Cinà, tutti legati al mandamento mafioso di Porta Nuova.

A raccontarlo è un collaboratore di giustizia, Ignazio Di Marco, che ha spiegato come Marino costringesse i titolari dei pub della zona a ritirare i propri biliardini. «Leo Marino fa mettere i suoi biliardini in piazza. Sono suoi e gli altri pub devono ritirarli. Ora non li mettono più perché li deve mettere solo lui», ha detto  in un interrogatorio reso nel 2022.

La gestione del giro era precisa: i biliardini erano in parte di Marino e in parte di Pozzi, ma venivano affidati a Cristian Cinà, che in cambio riceveva un piccolo reddito fisso. Era una forma di mantenimento, imposta da Marino: «Leo dice: diamogli i biliardini, quelli che abbiamo noi... gli ho dato le chiavi ma che deve fare? Non fa niente... Leo per toglierselo di dosso, gli dà la simanata», raccontava Pozzi in una conversazione intercettata.

Pozzi e Marino avevano acquisito quei biliardini in modo illecito. Non usano giri di parole: «Comprati? Li abbiamo rapinati», dice Pozzi. E aggiunge che Cinà non doveva dimenticare che il suo «lavoro» a Borgo Vecchio dipendeva sempre da Porta Nuova.

Con il tempo, i rapporti tra i soci si sono incrinati. Pozzi, parlando con un altro uomo del gruppo, Stefano Comandè, dice chiaramente di voler chiudere con tutta la faccenda: «A me Carletto mi ha portato tutte cose... non ci vado più. È finito il film». Poi aggiunge, riferendosi a Cinà: «Quando voglio ci vado a togliergli i biliardini».

Dalle intercettazioni emerge chiaramente che l’obiettivo del gruppo era il controllo totale degli introiti derivanti dai giochi da piazza. Chiunque volesse mettere un proprio biliardino doveva chiedere il permesso, e spesso rinunciare.

 

Caricamento commenti

Commenta la notizia