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Acqua dal fondo dei bacini per irrigare le campagne

Messo a punto dalla Regione un piano per utilizzare le «zattere» di galleggiamento e liberare volumi dai residui di terra. Un rimedio nella previsione di un’estate difficile

È ancora presto per capire se ci saranno danni e tracciare una previsione dell’ammanco produttivo, ma è già certo che, causa siccità, per gli agricoltori siciliani l’estate non sarà una passeggiata e così, visto l’ammanco d’acqua registrato nei bacini della Sicilia occidentale, l’assessorato regionale all’Agricoltura sta preparando un piano per garantire le irrigazioni di soccorso, «valutando le condizioni delle dighe a uso promiscuo» – potabile e irriguo – «per recuperare all’interno delle strutture volumi idrici che teoricamente non sarebbero disponibili, da utilizzare solo per le coltivazioni.

Il tutto, senza togliere nulla alle risorse necessarie al fabbisogno domestico». Parole del titolare della delega, Salvatore Barbagallo, che ha già dato mandato di procurare gli strumenti utili a cercare queste riserve d’acqua.

Il metodo principale è quello delle zattere di galleggiamento, adoperato lo scorso anno in alcuni invasi a uso potabile ridotti quasi a pozzanghere, come il Fanaco: mezzi che riuscirebbero a «pescare» diversi metri cubi dagli spazi morti degli impianti, coperti in parte da fango e detriti. Sistemi che, rimarca l’assessore, «non è affatto detto vengano impiegati. Dipenderà dalle condizioni meteo, da qui ad ottobre».

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