
Il Consiglio dell’Ottava Circoscrizione, nella seduta del 23 maggio, ha dedicato un atto politico unanime alla tutela dell’Albero Falcone, il celebre ficus posto davanti al civico 23 di via Notarbartolo, dove abitavano il giudice Giovanni Falcone e sua moglie Francesca Morvillo. Una pianta divenuta emblema vivente della lotta per la giustizia e la legalità, oggi al centro di una delicata questione di sicurezza e cura botanica.
Dichiarato bene “di eccezionale interesse etno-antropologico” e iscritto all’Albo delle Piante Monumentali, il Ficus macrophyla columnaris magnoleides mostra segni di squilibrio strutturale: secondo gli agronomi consultati dalla Circoscrizione, l’albero tende progressivamente a sbilanciarsi verso la carreggiata stradale, complice lo spazio estremamente ristretto in cui è stato piantato, compresso tra la strada e la facciata del palazzo Falcone.
La proposta: un’aiuola per salvare l’equilibrio
L’atto approvato dal Consiglio di Circoscrizione chiede al Comune di Palermo un intervento concreto e mirato: la creazione di un’aiuola sul marciapiede di via Notarbartolo per permettere alle radici aeree del ficus — che pendono verso la strada — di atterrare, ancorarsi al terreno e fornire alla pianta la stabilità naturale che cerca.
Gli esperti botanici hanno infatti spiegato che il ficus monumentale sta cercando, spontaneamente, di compensare il proprio sbilanciamento sviluppando radici aeree proprio dal lato instabile. Tuttavia, queste “liane” naturali non riescono a toccare terra perché la superficie sottostante è inadeguata: manca l’umidità necessaria e non vi è alcuna porzione di terreno libero dove possano affondare.
«Per questo motivo - scrive in una nota il presidente dell'ottava circoscrizione, Marcello Longo -, l’atto di indirizzo politico - formalizzato all’unanimità dalla VIII Circoscrizione - chiede ai competenti Uffici del Comune di Palermo di realizzare sul marciapiede di Via Notarbartolo un’aiuola idonea a consentire alle radici aeree di cui è dotato l’ “Albero Falcone” di atterrare, ancorarsi e sostenere lo stesso albero, rendendolo più stabile».
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