
L’incontro per definire la compravendita di un carico di hashish viene fissato nel «luogo in cui siamo stati in villeggiatura». E, cioè, il carcere di Pagliarelli in cui il trafficante e l’acquirente trapanese avrebbero trascorso un periodo di detenzione in comune.
Il particolare, che riporta alla ribalta ancora una volta il penitenziario palermitano, viene svelato nelle pagine dell’inchiesta sfociata giovedì nell’operazione della squadra mobile sul traffico di droga tra il Villaggio Santa Rosalia e Brancaccio sfociata in 22 arresti.
Nell’ampio capitolo dedicato a Giuseppe Bronte, personaggio di primo piano nel giro dello smercio di droghe, ci sono interessanti intercettazioni. Il primo propone via sms un tipo di fumo «ancora più forte, il migliore che c’è».
L’uomo trapanese annuncia il suo imminente arrivo in città e gli agenti si mettono all’opera.
L'articolo completo sul Giornale di Sicilia in edicola e nell'edizione digitale.

Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Caricamento commenti
Commenta la notizia