Aperto al pubblico il «Museo del Presente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino», promosso a Palermo dalla Fondazione Falcone. Il primo museo europeo dove memoria, arte e responsabilità civile si intrecciano in un racconto concreto di impegno collettivo», viene spiegato. Un luogo dove «la bellezza e il design accompagnano la riflessione, senza retorica, sui protagonisti della lotta alla mafia e sui valori che ci hanno lasciato in eredità». Ubicato nella sede di Palazzo Jung, in via Lincoln 71, è uno spazio unico in Italia, non è un memoriale e non è un museo di collezioni, di reperti, ma una vera «fabbrica dell’impegno culturale e sociale per la promozione della cultura della giustizia e della lotta alla mafia, dove i visitatori saranno i prosecutori, testimoni e ambasciatori, a loro volta, di una storia di rinascita». La bicicletta di Paolo Borsellino, la poltrona di Giovanni Falcone, la sua penna preferita e le sue agende, il profumo della mandorla e del sangue, la sveglia che aveva sempre in tasca Antonio Montinaro, il capo della scorta di Falcone, le foto di famiglia e accanto una grande sala immersiva, una vera opera d’arte digitale, il suono degli elicotteri e della rivolta popolare, la fotocopiatrice usata nel Maxiprocesso, sono i primi oggetti di vita, come a costruire un nuovo linguaggio della memoria contro i boss. «Questo è il museo della vita e del coraggio, nel presente si costruisce ogni giorno l’impegno di onorare e commemorare Giovanni e Paolo insieme, tutte le vittime di mafia, un luogo unico che diventa di tutti e soprattutto dei giovani d’Italia», dice Maria Falcone, presidente della fondazione. Accanto a lei Vincenzo Di Fresco, presidente del Museo del presente, e Alessandro de Lisi, il direttore e curatore generale. Nel logo la scritta «Museo del presente» è stata concepita per riflettere la dualità tra memoria e attualità; la scelta di una tipografia ispirata a quella della macchina da scrivere con cui furono redatti gli atti del Maxiprocesso, sottolinea il legame indissolubile con la storia giudiziaria e legale che ha segnato la lotta contro la criminalità organizzata. La macchina da scrivere, strumento che ha registrato e reso ufficiali le testimonianze cruciali, è simbolo di rigore e giustizia, ma anche di un’epoca storica precisa, quella della resistenza della legalità. In contrasto, la parola «presente» è scritta con la calligrafia di Giovanni Falcone, un atto simbolico che personalizza la scritta e collega il museo direttamente al suo nome e alla sua memoria. La scelta di utilizzare la sua scrittura non è solo un omaggio, ma anche una chiara dichiarazione di continuità. Falcone, attraverso il suo tratto, rappresenta «la forza di una lotta che non è mai cessata, ma che si è radicata nel cuore del presente. La sua scrittura, unica e inconfondibile, incarna il messaggio di speranza e resistenza che il museo intende trasmettere, radicandosi nel presente e nel futuro, senza mai dimenticare il passato».