La procura di Palermo, coordinata da Maurizio de Lucia, ha disposto il fermo di due cittadini del Bangladesh accusati di apologia ed istigazione a commettere delitti legati al terrorismo. I due, rispettivamente di 21 e 18 anni, hanno diffuso materiale di propaganda dello Stato islamico e inneggiato al jihad, al martirio e all’uso della violenza. Il gip ha disposto per entrambi gli arresti domiciliari con obbligo di indossare il braccialetto elettronico.
«la Sicilia tornerà a essere un emirato islamico»; «La mia morte non è (forse) una sola volta nella mia vita? Perché non dovrebbe essere sigillata dal mio martirio?»: sono due delle numerose frasi postate on line da due persone per le quali la polizia, al termine di un’indagine coordinata dalla Procura distrettuale antimafia e antiterrorismo di Palermo, ha eseguito lo scorso 6 maggio due decreti di fermo di indiziato di delitto. Si tratta di un cittadino italiano di origini bengalesi 21enne, residente nel capoluogo siciliano, di un 18enne cittadino bengalese, residente a Castelvetrano: sono indiziati di apologia di delitti aggravata dalla finalità di terrorismo commesso attraverso una molteplicità di condotte, volte a propagandare ed esaltare la jihad e il martirio religioso.
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