
Verrà trasmessa alla Procura di Roma l’inchiesta per rivelazione di segreto d’ufficio aperta dai pm di Caltanissetta su Michele Prestipino, procuratore aggiunto alla Dna, ex capo dell’ufficio inquirente della Capitale, per
anni in prima linea nella lotta a mafia e 'ndrangheta. I magistrati nisseni, che ieri hanno preso atto della scelta di Prestipino di avvalersi della facoltà di non rispondere, sarebbero ben consapevoli di non avere la competenza
sull'inchiesta e avrebbero fatto solo i primi atti con l'intenzione di girare il fascicolo ai colleghi romani. Una questione, quella relativa a chi debba proseguire l'indagine, complicata da una giurisprudenza che assegna alla
Procura della Capitale le inchieste sui magistrati della Dna che prima, come da codice, venivano trasmesse a Perugia, sede competente per gli accertamenti sui colleghi romani.
A sottolineare i dubbi sulla possibilità che l’inchiesta fosse fatta a Caltanissetta era stato ieri lo stesso legale di Prestipino, l’avvocato Placanica, che ha anche sollevato perplessità sulle utilizzabilità delle intercettazioni da cui
tutto nasce. Il fascicolo è stato aperto, infatti, a seguito dell’intercettazione di una conversazione tra Prestipino, Gianni de Gennaro, ex capo della polizia e ora presidente di Eurolink, il general contractor per la progettazione e la costruzione del ponte sullo Stretto, e Francesco Gratteri, consulente della società per le questioni legate alla sicurezza. I pm nisseni stavano «ascoltando» De Gennaro nell’ambito di una tranche delle indagini sull'agenda rossa scomparsa di Paolo Borsellino e su eventuali coperture istituzionali nel depistaggio dell’inchiesta sulla strage di via D’Amelio.
Appreso dell’incontro con Prestipino, hanno avvertito il capo della Dna Gianni Melillo, decidendo di intercettare le conversazioni dell’aggiunto e dei due superpoliziotti. Nel corso del pranzo, secondo Caltanissetta, Prestipino avrebbe rivelato, «notizie gravemente pregiudizievoli per le indagini di più uffici distrettuali». In particolare l’aggiunto avrebbe parlato in dettaglio di vicende investigative relative agli interessi della 'ndrangheta sul Ponte. «Vi sono concreti elementi - hanno scritto martedì i pm nisseni in una nota - per ritenere che il dottore Gratteri, anche per conto del dottore De Gennaro, avrebbe già avvisato del corso delle indagini medesime alcuni protagonisti della vicenda».
Il riferimento sarebbe ad altri addetti alla sicurezza della società del Ponte. A Prestipino viene contestata anche l’aggravante di aver favorito la mafia. Martedì, dopo la diffusione della notizia, il capo della Dna Gianni Melillo gli ha revocato le deleghe sul coordinamento investigativo. Decisione presa, come ha spiegato in un comunicato, «in garanzia dell’immagine stessa e del buon andamento delle attività della Direzione nazionale antimafia ed
antiterrorismo».
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