
Basso, capelli pettinati con il gel e baffetti, poco cresciuti, da sparviero. A dare il via alla carneficina di Monreale sarebbe stato un giovane dal curriculum criminale di bassa lega, fatto di qualche furtarello qua e là e probabilmente con qualche problema di insicurezza dettato dalla bassa statura, che lo avrebbe spinto a fare boxe e a girare con una pistola in tasca nelle notti del fine settimana. Salvatore (Salvo) Calvaruso, 19 anni compiuti il primo febbraio.
Una delle semiautomatiche, che i carabinieri stanno cercando, quella sera, ha ammesso di averla avuta in tasca proprio lui. Che tra i casermoni dello Zen era noto per aver fatto pugilato, praticato per anni e poi abbandonato nel 2022 per iniziare a lavorare come ragazzo delle consegne nella zona di viale Strasburgo. Decisamente poca roba.
Cosa può aver trasformato un ragazzo apparentemente normale in un pistolero molto peggio di quello di via La Lumia, che sparò in aria, cosa ha indotto Salvo Calvaruso a girare armato e a sparare follemente ad altezza d’uomo, ad alzo zero contro una folla di un centinaio di persone, con almeno un altro complice, capace di sparare pure lui? Spuntano immagini (poi cancellate) dai social.
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