La sparatoria di Monreale, i complici di Calvaruso con le ore contate: in due ascoltati a lungo dai carabinieri
Il primo della lista dei malacarne palermitani accusati della strage degli innocenti a Monreale è finito in cella ma all’appello mancano i suoi complici, almeno altri quattro giovani che hanno il fiato degli investigatori sul collo. Salvatore Calvaruso, di 19 anni, cresciuto tra i casermoni dello Zen, è stato sottoposto a fermo con le accuse di strage con l’aggravante dei futili motivi, porto abusivo e detenzione illegale di arma da fuoco. Condotto in caserma dai carabinieri ha ammesso di avere sparato seminando morte, ma al momento dell’interrogatorio formale, davanti al pm Felice De Benedittis e con l’assistenza di un avvocato d’ufficio, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Contro di lui ci sono pesanti indizi, a cominciare dal ritrovamento dei suoi occhiali sul luogo della carneficina: riscontro offerto da lui stesso, che ne aveva parlato nelle spontanee dichiarazioni. Ed effettivamente un paio di occhiali erano stati trovati sul luogo dell’eccidio. Calvaruso è incastrato pure dalle dichiarazioni di un amico che gli aveva prestato lo scooter e dei tanti testimoni, oltre che dalle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza installati in via Benedetto D’Acquisto, che hanno ripreso la notte di follia e sangue, la pioggia di fuoco con più di venti colpi sparati ad altezza d'uomo. L'articolo completo oggi sul Giornale di Sicilia in edicola e nell'edizione digitale.