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Lo scooter-cestino di via Cervello, la seconda vita di una carcassa di moto a Palermo

Dimenticate Banksy. Accantonate le installazioni d’arte contemporanea che fanno il giro del mondo. Palermo in ogni angolo nasconde provocazioni urban-pop. Ultima, ma solo in ordine di segnalazione, è lo scooter-cestino. Siamo all’angolo tra via Nicolò Cervello e via Lincoln, in piazzetta Porta Reale, dove un vecchio motorino, privato con cura certosina della targa, della sella e di altri componenti «utili», viene reinventato. Senza grandi clamori è diventato ciò che nessuno si aspettava: un cestino gettacarte.

Un’evoluzione non prevista nel manuale d’uso dello scooter, ma che ha trovato piena realizzazione a pochi passi dall'Orto botanico e da villa Giulia. Nel vano posto sotto la sella ci sono bottiglie, cartacce e rifiuti assortiti: un’opera collettiva, insomma, costruita giorno dopo giorno da passanti dal senso civico «creativo».

I turisti, ignari, si fermano. Fotografano. Pochi pensano si tratti di un’opera concettuale. Altri sorridono, altri ancora sbuffano con insofferenza.

Altro capolavoro è la logistica. Lo scooter-cestino è stato, infatti, parcheggiato con una precisione quasi chirurgica tale da rendere difficoltoso l’attraversamento pedonale, trasformando il marciapiede in un piccolo slalom cittadino. Una performance interattiva, si potrebbe dire.

Chissà se l’installazione è destinata a restare o se, un giorno, qualcuno deciderà che è giunto il momento di darle una nuova vita. Magari come fioriera.

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