
Il giro di scommesse clandestine aveva condotto Nunzio Serio, reggente di San Lorenzo e Tommaso Natale e già arrestato nell’operazione Grande inverno, a cercare contatti con Renzo Lo Nigro e Carlo Castagna. Questi ultimi erano apparsi più affidabili di Giuseppe Romagnolo, insospettabile reggente della cosca della Noce, malvisto anche dalla vecchia guardia dei padrini con i quali si era creata una frattura interna nel mandamento.
Serio doveva risolvere una questione interna al proprio territorio: nel mandamento a nord della città, si stavano sviluppando le grandi manovre per entrare nel fruttuoso business del gioco d’azzardo online, che avrebbe dovuto comprendere decine e decine di sale scommesse disseminate in tutto il territorio, che si estende fino ai paesi della provincia come Carini. E proprio lì, a Carini, Benedetto Di Cara, anche lui tra gli 11 arrestati, stava per aprire un centro scommesse.
Il suo secondo, contando quello di cui era già titolare in via Nocerina. La saracinesca alzata da Di Cara, però, avrebbe disturbato gli affari degli amici di Tommaso Natale e San Lorenzo, che avevano cercato sponda in Castagna e Lo Nigro per convincere «Benny» a non aprire. Una buona parola, che, però, non avrebbe impedito a Di Cara di iniziare il secondo business. E di questo Lo Nigro ne era rimasto dispiaciuto: «Si… caso mai se lo vedi gli dici ‘’gliel’ho detto… mi hanno dato questa risposta… non ti offendere Nu (Nunzio, ndr)… non mandiamoci a dire più niente perché a noi neanche ci interessa’’, gli dici, ‘’parliamoci chiaro, noi dove… dove ti possiamo aiutare ti aiutiamo noi… che schifo…’’».
I rapporti tra i mandamenti, però, non si sarebbero incrinati, tutt’altro: infatti, poco dopo, si presentava nuovamente la necessità per il mafioso Nunzio Serio di rivolgersi agli esponenti del mandamento mafioso Noce-Cruillas. Delle interlocuzioni, si sarebbe dovuto fare carico Castagna, che avrebbe dovuto avvertire Serio della inaffidabilità di un altro affiliato, Gianluca Albamonte. Un passaggio chiave per i due, perché preoccupati che se Albamonte fosse stato arruolato da Serio e avesse dato prova della sua inaffidabilità, anche gli stessi Lo Nigro e Castagna avrebbero rischiato di apparire poco credibili e questo pericolo andava scongiurato del tutto: «Perché va a finire… va a finire che poi abbiamo un dispiacere noi».

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