Palermo

Lunedì 19 Maggio 2025

Muore dopo una rissa in strada a Partinico, fermati i due fratelli: sulla dinamica decisiva videosorveglianza e testimoni

I testimoni parlano di una lite violentissima. Ma capire esattamente cosa abbia provocato la rissa e chi per primo abbia sfogato la sua ira aggredendo l'altro non è semplice. Perché le versioni dei protagonisti della storia sono assolutamente opposte. Di certo nella tragedia accaduta, domenica, a Partinico ci sono al momento solo due fatti: la morte di Gioacchino Vaccaro, 45 anni, piccolo commerciante dell’hinterland palermitano, e il fermo per omicidio preterintenzionale dei due fratelli, Leonardo e Antonino Failla, con i quali la vittima aveva avuto uno scontro in strada. A chiarire la reale dinamica della vicenda saranno i testimoni, che la polizia sta sentendo da ieri e che non sarebbero intervenuti a sedare gli animi, e le immagini di una videocamera di sorveglianza che ha ripreso la scena. E una risposta potrebbe arrivare anche dall’autopsia, disposta dalla procura, che dirà se a uccidere Vaccaro sia stata una emorragia interna provocata dai colpi ricevuti nel corso della lite o un infarto. L’uomo, infatti, non è morto durante la discussione, ma, insieme al figlio e alla moglie, è tornato a casa e si è sentito male. Un cognato l’ha convinto ad andare all’ospedale Civico dove, dopo un malore, si è accasciato a terra senza vita. Secondo quanto hanno ricostruito gli investigatori, Vaccaro era in auto con la moglie e il figlio 17enne domenica pomeriggio, di ritorno dal pranzo domenicale dai suoceri. Alla guida c'era la donna. Dietro di loro la macchina con uno dei Failla che ha cominciato a suonare il clacson, infastidito dall’andamento lento dell’auto del commerciante. Tutto sarebbe nato da lì. La vittima e i suoi avrebbero reagito urlando e poi, qui le versioni sono differenti, secondo la vedova di Vaccaro, Failla l’avrebbe superata e le avrebbe bloccato la strada; secondo i fermati, la donna, dopo essere stata sorpassata, li avrebbe invece inseguiti. Scesi in strada, i due nuclei familiari avrebbero cominciato a litigare. A Failla si sarebbe aggiunto il fratello. Sarebbero prima volati gli insulti, poi le botte. Diverse le persone che avrebbero assistito alla scena senza intervenire. Poi ciascuno sarebbe tornato a casa. Fino a quando Vaccaro, non sentendosi bene, si è deciso ad andare in ospedale per farsi visitare. I Failla, invece, in serata si sono presentati ai carabinieri per dare la loro versione. «Ci hanno aggredito loro, noi ci siamo solo difesi», hanno detto. «Ho chiesto un incontro con il Prefetto perché è necessario una presa di posizione forte e un controllo straordinario del territorio. Morire in questo modo non è possibile», ha commentato Pietro Rao, sindaco di Partinico. «L'anno scorso - aggiunge - abbiamo perso un ragazzo di 20 anni, oggi un uomo di 45. Futili motivi. Si muore perché uno viene rimproverato? Siamo alla follia. È necessario far pesare la presenza dello Stato. Conoscevo il suocero e il cognato. Vaccaro era una persona per bene». «Siamo preoccupati, dobbiamo passare ai fatti. I cortei non servono più - conclude il primo cittadino - Lo Stato deve essere presente per mettere freno a questi bulletti che vanno in palestra e pensano di essere Dio e non hanno il valore della vita».

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