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I precedenti a Palermo: lo specchietto rotto e i colpi di pistola

Fu dovuto pure a questo l'omicidio di Emanuele Burgio alla Vucciria. A Bonagia una donna e suo figlio piccolo aggrediti davanti la scuola dopo un diverbio per il parcheggio

Emanuele Burgio, il giovane ucciso alla Vucciria
Emanuele Burgio, il giovane ucciso alla Vucciria

Nella lunga galleria delle violenze palermitane le risse sfociate nel sangue dopo gli incidenti stradali non sono mai state rare. Il caso più eclatante è l’omicidio di Emanuele Burgio, il figlio di un boss di Porta Nuova assassinato con tre colpi di pistola in via dei Cassari, alla Vucciria, la notte del 31 maggio del 2021. Le indagini e i processi sono sfociati nella conclusione che a determinare il delitto sarebbe stata una lite nata dopo un incidente stradale nel quale andò in frantumi lo specchietto di un’auto. In appello sono stati condannati a 18 anni Matteo e Giovan Battista Romano, originari del Borgo Vecchio e con pesanti legami nel mondo della criminalità. In base alla ricostruzione degli investigatori, che acquisirono anche le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza installate in via dei Cassari, la notte del 31 maggio a sparare fu Matteo Romano che prese la pistola allo zio. L’uomo, alla prima udienza del processo, aveva chiesto scusa ai familiari di Burgio: quella sera, aveva detto, era come «impazzito» durante la discussione alla Vucciria dopo l’incidente.

Nelle cronache sono numerose le liti scoppiate in seguito a incidenti stradali o a diverbi per accaparrarsi un posto auto. Alcuni mesi fa, davanti a una scuola di Bonagia, una donna e il figlio piccolo era stati aggrediti da una coppia dopo un diverbio per un parcheggio.

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