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Bancomat, attacchi in crescita del 21 per cento: la Sicilia è al nono posto in Italia

Un bancomat saccheggiato

Nel 2023 sono stati registrati 147 attacchi agli Atm, il 21,5% in più rispetto all’anno precedente e l’indice di rischio nel 2023 è stato pari a 0,4 attacchi ogni 100 apparecchiature. È quanto emerge dal rapporto intersettoriale sulla criminalità predatoria 2024 pubblicato dall’Ossif, il centro di ricerca dell’Abi sulla sicurezza anticrimine. «Nel 2023 sono aumentati sia gli episodi riusciti che quelli falliti, pari al 56,5% del totale – afferma Gabriele Urzì, dirigente nazionale Fabi e responsabile salute e sicurezza Fabi Palermo. Gli attacchi hanno fruttato complessivamente 3,5 milioni di euro, pari ad una media di 54 mila euro ad evento».

Sicilia al nono posto

«La regione maggiormente colpita è stata la Lombardia con 24 episodi, seguita da Emilia Romagna e Toscana con 23. La Sicilia è al nono posto con 6 colpi ai danni degli Atm e un indice di rischio, il rapporto tra il numero dei colpi ogni 100 bancomat, pari a 0,3».

Le caratteristiche dei colpi

«Nel 2023 gli attacchi si sono concentrati prevalentemente negli ultimi tre mesi dell’anno e in particolare nel mese di dicembre nel quale si sono verificati 33 episodi, pari al 22,5% dei casi totali. Il 46,9% degli attacchi sono avvenuti prevalentemente nelle notti tra il venerdì e il sabato ed in particolare nella fascia oraria che va dalle due alle cinque del mattino (78% dei casi). La modalità prevalente di attacco è stata l’utilizzo di esplosivi (58,6% dei casi). I rimanenti attacchi sono stati compiuti tramite scasso dell’Atm (25,5% dei casi) o asportazione dell’intera apparecchiatura (15,9%)».

Il pericolo per utenti e cittadini

«Al di là di classifiche e numeri si tratta di reati di grande pericolosità per l’incolumità di utenti e cittadini, in quanto immaginate cosa potrebbe succedere se transitassero pedoni o magari qualcuno posteggiasse un’automobile nel momento sbagliato o si avvicinasse per effettuare un’operazione allo sportello automatico nel momento dell’esplosione. Ormai le persone vivono con ansia se hanno un bancomat sotto casa e paradossalmente c’è da augurarsi che ad agire siano esperti in questo tipo di crimine e non dilettanti alle prese con bombole ed esplosivi dei cui effetti sanno veramente poco. I rischi di colpire le persone sono elevatissimi e a volte volano in aria micidiali schegge di vetro, acciaio e plastiche e solo per miracolo, sino ad ora, nessuno si è ferito in modo serio o peggio».

I rimedi per la Fabi

«Le misure maggiormente efficaci sono gli impianti connessi a sensori antiscasso e antintrusione, la blindatura del mezzo forte, dispositivi attivi per proteggere i locali o le vetrine che contengono il mezzo forte, un rinforzo aggiuntivo della vetrina dove è ubicato lo sportello ATM o lo spazio antistante con difese passive come i dissuasori, sensori per la rilevazione di gas o dispositivi che impediscano l’esplosione e dispositivi che impediscano l’introduzione di materiale esplosivo o gassoso nel mezzo forte. Le banche devono investire sempre di più al fine di tutelare la sicurezza dei propri impianti e delle persone, aumentando anche la vigilanza privata fisica con pattugliamenti frequenti nelle ore notturne, che non possono essere effettuati soltanto dalle Forze dell’Ordine che già fanno miracoli con uomini e mezzi spesso insufficienti – conclude Urzì».

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