
Non si tratta più di eventi casuali o circoscritti ma di una scia di violenze che sembra rispondere a una logica ben precisa. Spari, accoltellamenti e incendi allo Zen di Palermo: tutto nel giro di pochi giorni, come se si fosse innescata una guerra sotterranea per il controllo del territorio, probabilmente per riaffermare il dominio sulle piazze di spaccio e sul giro delle scommesse clandestine. Il maxi-blitz, che ha portato in carcere 181 persone, avrebbe lasciato un vuoto di potere e adesso qualcuno starebbe cercando di riempirlo. L’ultimo episodio risale a ieri, quando in via Fausto Coppi sono stati esplosi una ventina di colpi d’arma da fuoco contro la saracinesca di un garage. A pochi metri di distanza i carabinieri hanno trovato alcune munizioni nascoste in un pozzetto, ulteriori indizi di un clima di tensione crescente. Il locale colpito dai pallettoni sarebbe riconducibile a una donna vicina a uno degli arrestati dell’operazione antimafia dei carabinieri. L’ipotesi è che possa essere un avvertimento o un messaggio - peraltro chiarissimo - lanciato da chi starebbe cercando di riorganizzare gli affari dopo la decapitazione della cosca.
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