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Condannata a 4 anni e 8 mesi Martina Gentile, la figlia di Laura Bonafede compagna storica di Messina Denaro

Per il giudice è colpevole di favoreggiamento: per anni ha vissuto nell'ombra del padrino di Castelvetrano che la considerava come una figlia

Una immagine dell'operazione dei carabinieri del Ros che ha portato all'arresto con le accuse di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena aggravate di Martina Gentile, figlia della maestra Laura Bonafede, la donna che per anni è stata sentimentalmente legata al boss Matteo Messina Denaro, 5 dicembre 2023. ANSA (NPK)

Il gup di Palermo ha condannato a 4 anni e 8 mesi e un anno di libertà vigilata Martina Gentile, figlia dell’insegnante Laura Bonafede, storica compagna di Matteo Messina Denaro. Gentile era accusata di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena.

Per la Gentile, anche lei insegnante, il pm Gianluca De Leo aveva chiesto la condanna a 8 anni di carcere. Secondo l’accusa la ragazza, che per anni ha vissuto con la madre e il boss durante la sua latitanza, avrebbe fatto parte della rete che garantiva le comunicazioni del ricercato con la famiglia e con gli uomini d’onore liberi.

Autrice anni fa di un necrologio in cui si dichiarava fiera di essere la nipote del boss Leonardo Bonafede, Gentile, figlia di un boss e madre di una bambina, come risulta da decine di pizzini sequestrati a Messina Denaro, era legatissima all'ex latitante di lungo corso, che per anni l’ha cresciuta come una figlia.

Interrogata dal gip dopo l’arresto, aveva scelto di non rispondere, ma ha voluto fare dichiarazioni spontanee per dire di essere stata affezionata al capomafia quand’era bambina, ma di aver capito che quell'affetto lui non lo meritava. Gentile, il cui padre naturale sconta due ergastoli per omicidi commissionati dal padrino di Castelvetrano, ha raccontato di aver visto il vero volto del boss, compresa la sua relazione con la madre, condannata poi a 11 anni e 4 mesi, solo recentemente.

Anche per questo avrebbe cercato di prendere le distanze dall’ambiente in cui era cresciuta andando a insegnare a Pantelleria, lasciando il suo paese, Campobello di Mazara e iniziando un percorso di legalità attraverso colloqui con assistenti sociali e associazioni antimafia.

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