Palermo

Sabato 22 Febbraio 2025

Palermo, ennesima aggressione al pronto soccorso del Civico: feriti un infermiere e un operatore socio-sanitario

Ospedale Civico di Palermo

Ennesima aggressione ai danni del personale sanitario. Al pronto soccorso dell’Arnas Civico di Palermo ieri notte (19 febbraio) un uomo si è scagliato contro un operatore socio-sanitario e una infermiera che hanno riportato consistenti ferite e contusioni. La donna è stata colpita con un pugno e l'operatorio socio sanitario ha riportato fratture alla mano tanto da essere sottoposto a un intervento. La polizia ha identificato il paziente che si è reso protagonista del grave gesto e lo ha denunciato. La direzione strategica dell'azienda ha manifestato vicinanza e solidarietà agli operatori che «sono stati aggrediti da un uomo che si trovava ricoverato nello stesso pronto soccorso - si legge in una nota -. Il paziente, che si trovava già in uno stato di agitazione e di alterazione psico-fisica, si è scagliato contro i sanitari ed è stato bloccato dalla polizia. Uno dei due operatori sanitari ha riportato una prognosi superiore a 30 giorni». La direzione, inoltre, ha sottolineato che sul piano della sicurezza la situazione «del pronto soccorso è oggetto di continuo monitoraggio e controllo. Ci sono il posto di polizia, tre vigilantes e 17 telecamere di video-sorveglianza interna ed esterna h 24». Ma il segretario aziendale all’Arnas Civico della Cisl Fp Palermo Trapani, Alessandro Magno, ha evidenziato l’estrema gravità di una situazione che sarebbe invece ormai fuori controllo. «Gli operatori - sottolinea Magno - rischiano ogni giorno la propria incolumità nelle aree di emergenza, dove gli episodi di violenza sono quasi all’ordine del giorno. Serve un intervento complessivo per garantire la sicurezza dei lavoratori e di conseguenza l’efficace erogazione dei servizi agli utenti. Il pronto soccorso non può essere lasciato in balia di soggetti violenti e pericolosi - aggiunge Magno - è indispensabile che subito si attivi il posto di polizia all’interno del presidio e che si metta mano a un piano per contrastare questo fenomeno in evidente aumento».

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